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Custodi del creato
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Descrizione
Colloquio ebraico-cristiano 2018
Custodi del creato
Dopo aver plasmato l’essere umano dalla polvere del suolo come un abile artista, il Creatore pone la sua creatura nel giardino che ha piantato per lei e le affida il compito di «coltivare» (avad) e di «custodire» (shamar) la creazione stessa: «prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse» (Gn 2,15).
Si tratta di due azioni molto significative che il Creatore chiede all’essere umano di compiere nei confronti del giardino in cui è stato posto e che è stato piantato appositamente per lui. Egli affida all’uomo una missione che riguarda il resto della creazione, di cui anche l’umano fa parte.
Di questa missione è interessante notare l’uso del verbo «coltivare» (avad), che in ebraico può significare anche «servire» e che ha spesso un significato cultuale. L’essere umano riceve dal Creatore la missione di lavorare la terra, ma anche di servirla, di onorarla e renderle culto.
I racconti della creazione contengono quindi, per tutta l’umanità, una vocazione alla vita e anche la missione di servire la terra.
Contenuto:
1. Bruno Segre – Prolusione di apertura
2-3. Alexander Rofé – Giulio Michelini
Custodi del creato: la prospettiva biblica
4. Barone, Ghedini, D. Cassuto Morselli, Serra – Tavola rotonda giovani
5. Gadi Luzzatto Voghera – La fine dell’emancipazione degli ebrei in Italia
6. Amedeo Spagnoletto – Tradizione e liturgia ebraica
7. Matteo Ferrari – Liturgia cristiana e custodia del creato
8-9. Luca Zevi – Letizia Tomassone
La sfida ecologica interroga ebrei e cristiani
10. Edoardo Fuchs e Cristiano Bettega – Lectio biblica a due voci
11. Camerini, P. Cassuto Morselli, Landi, Milani – Conclusioni